Civitillo e Masiero
l'ingordo
Critica del giudizio gastronomico
Le pizze di Civitillo e i vini di Masiero tengono insieme l’Italia
di Antonio Medici
Bacco e Cerere, dall’Antiquarium stabiano, osservando, chiaramente stupefatti, la stoltezza degli uomini contemporanei, intenti nelle basse imprese del sovranismo, del localismo e del neoborbonismo, devono esser intervenuti per dar missione a due degni uomini, lor devoti fedelissimi, di tessere una trama che serri salda unione della nazione.
Non si spiega altrimenti la straordinaria storia che da Trissino (profondo nord-est), via Torino (profondo nord-ovest) si dipana sino a Cusano Mutri (profondo sud interno), piccolo centro campano, al confine col Molise, incastrato tra il monte Erbano e il monte Mutria, assalito da folle di ogni dove della Campania felix per la festa dei funghi.
Da questo paese parte un minuto uomo, cui sparuta barbetta non riesce a incrinare, forse a dispetto della sua volontà, la dolcezza d’infante che tracima dalle fessure degli occhi e palesa un’amabilità infrequente. Ha nome Giovanni Civitillo, ha un locale che si chiama Millenium Pub e lavora con passione e gusto. Offre strepitose pizze, formaggi impareggiabili, salumi superlativi, ben fatti piatti tipici, non solo locali, e ottimi vini naturali (lo diciamo in questa rubrica che pur non ha un buon rapporto con i vini di questa fatta). La religione profana e laica di Civitillo è il naturalismo saporito: servire cibi saporiti preparati esclusivamente con ingredienti frutto di lavorazioni pulite e umane. Per questo esplora l’Italia in lungo e in largo. Pare retorica, ma la storia raccontata in questo pezzo testimonia il contrario.
A Torino nel 2015 Civitillo, sotto la Mole, al ristorante Gaudenzio, partecipa a una degustazione alla cieca rimanendo impressionato da un vino. Resta ignoto nome e produttore, le regole di queste degustazioni sono rigide. Solo dopo qualche mese, dopo insistenze, il giovane ristoratore ottiene dagli organizzatori una foto di tutte le bottiglie degustate. Se le procura tutte e inizia a bere alla ricerca di quel vino che tanto lo aveva colpito. E lo trova. E’ il Verdugo della cantina Masiero. Una produzione limitatissima, duemila bottiglie, a base di Merlot. Arrivano prima le bottiglie e poi l’incontro col produttore e poi, ancora, gli scambi di visite.
Da ultimo Franco Masiero, con l’appassionata moglie e la gioviale bacchica figlia, è “sceso” a Cusano Mutri qualche settimana fa, portando i suoi vini, offrendoli a chiunque entrasse nel Millenium Pub, come si fosse tra amici.
Una storia di uomini inviati da divinità non può essere solo terrena. È prodigiosa, infatti, la travolgente umanità che promana dai due, che rinsalda amicizie e unisce sconosciuti, che tiene insieme esperienze lontane nello spazio. Uno tsunami di benignità. E di bontà.
“Il vino prima deve essere buono, poi se è biodinamico è il top”, queste le parole di Masiero che ha iniziato a produrre vini con sistemi biodinamici venti anni fa, prima che diventasse moda. Una scelta per tutelare la terra del bosco vicino ai suoi vigneti. Su cinque ettari e uno straccetto di terreno produce oggi ventimila bottiglie. C’è un’idea di vita nei suoi vini, lo sforzo di una ricerca di armonia tra l’uomo, la sua passione e l’ambiente in cui vive. Armonia e ricerca che si ritrovano in ciascuno dei suoi vini. Lazaro, per iniziare, da uve Garganega, macera in parte in cisterne di marmo di Carrara. Non è estrosità né marketing, è studio: il carbonato di calcio del marmo fa precipitare i radicali liberi e attraverso questa via è possibile sostanzialmente azzerare l’uso di anidride solforosa. Il vitigno impiegato per questo vino è un antico clone, ormai in disuso a favore di altre varietà più produttive. Il vino è orange, ma non ha alcun sentore di ossidazione, sprigionando aromi freschi e avvolgenti di frutta. In bocca è quasi masticabile e regala una piacevolezza lunga, sempre fruttata.
Verdugo era il soprannome del padre di Franco, è prodotto con uve Merlot allevate su terreni di sabbia vulcanica a 480 metri di altitudine. Tutta la morbidezza piaciona, tipica del vitigno, è irrorata dalla ricchezza del terreno, restituendo un vino di eccezionale complessità in cui si combattono piacevolmente frutta rossa matura e mineralità, calore e freschezza stesi con dolcezza da tannini docili. Una grande bevuta.
A Cusano Mutri qualcuno ha coniato l’hashtag #sempreamicidimasiero, stampato anche sulle t-shirt di prodi bevitori. Non basta probabilmente bere i vini, occorre seguire l’esempio di Civitillo e andare a visitare i vigneti e la cantina vicentina da cui origina tanta bontà.
Le pizze di Civitillo e i vini di Masiero tengono insieme l’Italia. L’Italia unita da Bacco e Cerere.
Millenium Pub
Via Orticelli, 56 - Cusano Mutri
Tel. 0824 862014
Masiero Società Agricola
Via Chiarelli, 55 – Trissino
www.verdugo.it